Conoscere la pergola bioclimatica e i permessi a cui è soggetta è fondamentale per non incappare in sanzioni o ordinanze di demolizione. Il quadro normativo relativo all’installazione delle pergole bioclimatiche però, non è ben definito.
In Italia, infatti, non esiste una legge specifica che definisca i permessi necessari per l’installazione di una pergola bioclimatica in un’abitazione privata. L’unico Ente che può rispondere alla domanda “per installare una pergola bioclimatica serve un permesso?” è il Comune in cui è collocato l’immobile.
Permessi e autorizzazioni per installare una pergola bioclimatica
Tuttavia, ogni Comune segue regole e normative diverse motivo per cui esistono 4 opzioni possibili per installare una pergola bioclimatica nel pieno rispetto della legge, ovvero:
- Installazione libera e priva di autorizzazioni;
- Obbligo di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA);
- Obbligo di Denuncia di Inizio Attività edilizia (DIA);
- Richiesta di un permesso per costruire.
In via generale, la discriminante principale che può determinare il tipo di permessi necessari è la temporaneità o meno della struttura. L’assenza di opere murarie è un requisito fondamentale per poter procedere senza richiedere autorizzazioni.
Ciò che fa la differenza tra un semplice pergolato e una pergola bioclimatica è la copertura: se il primo si configura come un elemento d’arredo coperto solo da piante rampicanti, la seconda può andare incontro alle norme previste per le tettoie, scopri di più nel prossimo paragrafo.
Installazione libera e priva di autorizzazioni
Si tratta dei cosiddetti interventi in edilizia libera, cioè tutti quei lavori per i quali non è necessario chiedere autorizzazioni al Comune in base a quanto descritto all’interno del Testo Unico dell’edilizia. In questa tipologia di lavori può rientrare anche l’installazione della pergola bioclimatica senza permessi.
Obbligo di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA)
La SCIA (o SCIA 2) è il documento che attesta l’avvio di un cantiere edile e si presenta presso l’ufficio tecnico del Comune di riferimento. La documentazione deve essere redatta e certificata da un tecnico che attesti la corretta esecuzione dei lavori. Rientrano nella SCIA i lavori di manutenzione straordinaria e di restauro, risanamento e ristrutturazione edilizia.
Negli ultimi anni alla SCIA si preferisce la CILA ovvero la Comunicazione Inizio Lavori Asseverata, una pratica amministrativa più agevole in cui rientrano anche lavori edilizi per il rifacimento di impianti e la nuova suddivisione degli spazi interni.
Obbligo di Denuncia di Inizio Attività edilizia (DIA)
In questa casistica rientrano tutte le opere che non sono eseguibili presentando al comune la SCIA oppure tramite permesso a costruire.
Richiesta di un permesso per costruire
Si tratta dell’autorizzazione amministrativa necessaria per edificare nuove strutture o appendici al corpo principale di un’abitazione o di un’attività commerciale per esempio. Per ottenere questo permesso è necessario consultare prima di tutto il Comune per ottenere l’autorizzazione all’attività di installazione di un corpo aggiunto come potrebbe essere la pergola bioclimatica, in conformità agli strumenti di pianificazione urbanistica
Tuttavia, poiché la normativa non è chiara rispetto ai permessi necessari per l’installazione di una pergola bioclimatica, per avere la massima certezza di stare procedendo nel rispetto della legge, è consigliabile consultare l’ufficio tecnico del Comune. In alternativa, potrebbe essere utile rivolgersi a un ingegnere edile o a un’azienda specializzata nell’installazione di serramenti e infissi. ALsistem Calabria offre ai suoi clienti una consulenza tecnica personalizzata.
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La copertura è la discriminante dal punto di vista legislativo
La pergola, in sé, è una struttura basata su una serie di pilastri in materiale leggero, aperta su tutti e 4 i lati. Nel caso di una copertura in tessuto si parlerà di pergotenda, mentre l’introduzione di lamelle orientabili comporta la classificazione in pergola bioclimatica.
La copertura è la più importante discriminante dal punto di vista legislativo: per poter procedere ai lavori senza alcuna autorizzazione è fondamentale che questa sia facilmente amovibile, come ad esempio avviene con una pergotenda, la quale non richiederà permessi.
Per quanto riguarda le pergole bioclimatiche, se queste offrono la possibilità di ritrarre le lamelle lasciando il tetto completamente aperto, si potrà parlare di struttura temporanea escludendo ogni forma di autorizzazione.
In caso contrario, la copertura sarà classificata come “tettoia” e, in quanto tale, può prevedere un permesso per costruire oltre a comportare un eventuale incremento della volumetria dell’abitazione. Un esempio lampante può essere la pergola per auto, la cui tettoia fissa rende necessarie diverse autorizzazioni.
Le pergole possono massimizzare la loro efficienza aggiungendo delle coperture laterali in vetro, in questo caso servono delle autorizzazioni? Leggi il prossimo paragrafo e scoprilo!
Permessi per installare una pergola bioclimatica con vetri
Qui il discorso della “temporaneità” va applicato all’intera struttura. Per evitare le autorizzazioni comunali bisogna, anche qui, dimostrare che l’opera non sia permanente e possa essere rimossa in qualsiasi momento senza demolizioni.
Per ottenere questo risultato, potresti optare per dei serramenti basati su profili in alluminio a taglio termico, una soluzione che ti permetterà di godere degli spazi esterni in ogni stagione, realizzando eleganti giardini d’inverno.
In questo modo potrai costruire la tua pergotenda o pergola bioclimatica senza permessi. Questo discorso vale se abiti in una soluzione indipendente, nel caso di un condominio entrano in gioco altri fattori. Continua a leggere per saperne di più.
Permessi per installare una pergola bioclimatica in un condominio
In questo caso, si va incontro a diverse normative, tutte previste direttamente dal regolamento condominiale. Come per ogni tipologia di intervento, l’installazione delle pergole bioclimatiche potrebbe richiedere dei permessi da parte dell’amministratore.
Non si tratta di una vera e propria autorizzazione ma di una verifica che la struttura realizzata rispetti le regole sugli spazi comuni del condominio, tra cui:
- Limiti tecnici: per ragioni di pura sicurezza, nel regolamento condominiale potrebbero essere previsti dei limiti sulle dimensioni e sul peso degli elementi realizzabili su un terrazzo o un balcone;
- Decoro architettonico: l’impatto estetico di strutture come la pergola 3×4 è un fattore da tenere bene in considerazione. Se questa “rovina” l’armonia architettonica della struttura, l’amministratore potrebbe porre un veto sulla sua realizzazione.
Per non incappare in errori burocratici che possano portare ad una richiesta di demolizione della tua nuova pergola, affidati a professionisti che sappiano consigliarti la soluzione più adatta a te.
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